L'ex "ribelle" Marelli: "Designatori esperti per far crescere gli arbitri. Rizzoli ok ai Mondiali, Gervasoni da rilanciare"
È stata la settimana dei rinnovi degli organi tecnici arbitrali. Delle nuove nomine parla l'ex arbitro ed dirigente di Cra, Luca Marelli (sezione di Como), visto che conosce Messina, Farina e Rosetti, scelti rispettivamente come designatori per la can A, B e lega Pro. "Sono stato con loro dal 2005 al 2009 circa e credo che, per l'esperienza che hanno, sono le persone più adatte. Messina ha un carattere deciso ma buono, non si arrabbia mai ed è stato secondo solo a Collina nell'élite europea, quando ci andavano solo due arbitri. Lo stesso vale per Farina che potrà trasmettere agli arbitri della serie cadetta la sua esperienza. In B tra l'altro ci sono tanti arbitri giovani, ne sono usciti diversi esperti e quindi altrettanti sono arrivati dalla lega pro e sono molto promettenti, come Ros di Pordenone che ha un grande fisico, personalità e tecnica"
Infine c'è Rosetti, ripartito dal basso "Lo ammiro perché da designatore di B ha voluto cogliere l'occasione russa ed ora che è tornato in Italia ricomincia dalla lega Pro. Ma non va vista come una bocciatura, anzi... È un ruolo di responsabilità perché lì si formano gli arbitri del futuro e la sua grande esperienza, insieme a quella di Brighi che sarà il suo vice, sarà fondamentale per la loro crescita. In commissione ci sono altri tre componenti perché avranno la responsabilità di ben 100 arbitri, inoltre la lega Pro è in una fase cruciale dopo la riunione tra prima e seconda divisione".
Tornando agli arbitri di serie A il gruppo per l'ex arbitro comasco è buono: "Oltre a Rizzoli ci sono due certezze come Orsato e Rocchi, anche Tagliavento è affidabile, ma io confido molto nei giovani che spero Messina utilizzi di più rispetto a quanto ha fatto Braschi limitandone la crescita. Inoltre andrebbero usati di più anche gli arbitri di B, in maniera da abituarli al salto di categoria. Altrimenti quando vengono promossi non hanno esperienza, anzi personalmente sono contrario anche alla divisione tra can A e can B. Tra i giovani è bravo Massa senza dubbio che, pur internazionale, non ha ancora all'attivo veri big match, e Irrati e sono curioso di vedere all'opera i nuovi Di Bello e Cervellera. Gervasoni? È quello di maggior talento e spero che Messina sappia rilanciarlo perché come tutti i talentuosi è diventato un po' discontinuo forse perché non ha sentito più la fiducia".
Eppure è stato uno dei pochi a far perdere la pazienza a Montella: "Il tecnico viola mi piace molto perché è cortese ed educato ed anche da giocatore non ha preso mai un'espulsione per proteste, ma in alcune occasioni non mi è piaciuto, ad esempio nei confronti di Mazzoleni e a Parma però capita di perdere le staffe. Io ad esempio ho espulso Conte ai tempi dell'Arezzo".
Marelli è comunque fiducioso negli arbitri: "Dietro c'è un lavoro enorme delle commissioni e dell'Aia che, attraverso corsi continui a livello regionale, cercano sempre di migliorare la qualità. Devo riconoscere che Nicchi sta lavorando bene perché punta proprio sulla qualità e non piazza nomi a caso".
Eppure Marelli è uscito dall'Aia in maniera molto polemica, dismesso anzitempo nel 2009 da Collina e poi, da dirigente di Cra, squalificato per offese proprio a Nicchi, così da lasciare l'Associazione. Ma il tempo gli ha fatto cambiare idea: "Riconosco che ho commesso degli errori, tanto che sei mesi fa ho inviato una lettera di scuse a Nicchi per alcune uscite e critiche eccessive. Mi sono ricreduto, diciamo che è come quando a caldo pensi di avere arbitrato tutto bene e poi a casa con calma capisci che hai fatto qualche errore. Ora non lascerei l'Associazione, dopo tre anni mi sono pentito, perché mi manca guardare le partite in maniera ufficiale e trasmettere la mia esperienza ai più giovani e spero anzi di rientrare, chissà che prima o poi non arrivi una telefonata da Roma...".
In attesa della telefonata di Nicchi, Marelli, che fa comunque l'avvocato, ha smesso di fare anche l'opinionista per alcune tv lombarde per principio: "Non mi piace dover dire solo se l'arbitro ha sbagliato o meno, bisognerebbe spiegare perché, come era posizionato e così via, in maniera da far cambiare la visione distorta che si ha degli arbitri. È lo stesso motivo per cui i direttori di gara non parlano, perché più che sentirsi chiedere spiegazioni per capire avrebbero solo accuse". Un'abitudine tutta italiana, eppure a livello internazionale gli arbitri del bel paese fanno bene: "Basti pensare che la Francia non ha neanche un arbitro ai Mondiali e che, in Brasile, Rizzoli è uno dei migliori. Guardando tutte le partite ho visto arbitri mediocri mentre Rizzoli, pur con un errore in Spagna-Olanda e un giallo mancato a Messi ha poi arbitrato benissimo prendendo sempre in mano la situazione fin dai primi minuti. Meriterebbe la finale ma la vedo difficile".
A proposito di Mondiali, Marelli ha apprezzato lo spray per le punizioni perché, confida, "le barriere sono l'incubo degli arbitri, perché i giocatori sono furbi, tra quello che sposta il pallone e la barriera che si muove, non riescono ad avere la distanza sotto controllo. Con lo spray almeno hai un dubbio in meno. E sono favorevole, come tutti gli arbitri credo, a qualsiasi aiuto tecnologico perché l'obiettivo di ogni direttore di gara è uscire con meno errori possibili. Anche alla moviola in campo, da attivare magari una volta per tempo a squadra".
Sul fatto che errori ci saranno ancora, nonostante tre arbitri e tre addizionali Marelli non ha dubbi: "Ci sono valutazioni che in base alla posizione e altri elementi sembrano giuste ma non si rivelano tali e sarà sempre così. Gli arbitri di porta hanno pro e contro: assegnano sì un rigore che l'arbitro dalla sua posizione non avrebbe visto, ma nello stesso tempo ne possono assegnare uno che non c'è e che l'arbitro da solo infatti non avrebbe assegnato...".