Conte dichiara guerra alle spie: recinzioni rinforzate al centro tecnico e porte chiuse anche prima dell'amichevole
Che Conte abbia manie di persecuzione sul lavoro (e sia maniacale sul lavoro stesso) se ne erano già accorti a Vinovo visto che aveva fatto fare oscurare (a specchio) le finestre degli uffici, perché i dipendenti non spiassero gli allenamenti. Si sa, infatti, che tutti possono essere buone fonti dei giornalisti. D'altronde non è l'unico geloso del suo lavoro visto che anche Montella aveva voluto stringere la cerchia degli addetti ai lavori viola presenti agli allenamenti. Ma anche in Nazionale il tecnico pugliese non si smentisce prevedendo allenamenti aperti solo 15-20 minuti (solo una delle due sedute) alla stampa e basta, in controtendenza con il suo precedessore Prandelli che spesso amava aprire le porte anche ai tifosi perché la Nazionale nella sua intenzione doveva avvicinare la gente. Eppure anche con Conte qualcosa dai campi del centro tecnico usciva sempre e così l'attuale ct è corso ai ripari. La recinzione di Coverciano era infatti fatta di alberi nel lato del museo del calcio e qualche giornalista più scaltro ad ogni ritiro era pronto a spiare gli allenamenti a caccia della possibile formazione. Così stavolta la brutta sorpresa: la rete di recinzione è stata rinforzata da una protezione verde, tipo quella per coprire le impalcature dei lavori o anti-uccelli se vogliamo, e lo stesso trattamento è stato fatto per quelle sopra le porte. Insomma nessuno da fuori può più buttare l'occhio alle sedute di allenamento, perché quando c'è una qualificazione agli europei di mezzo meglio evitare che filtrino informazioni su moduli (ma non è sempre lo stesso?) o interpreti. Che Conte sia geloso degli allenamenti in maniera esagerata però lo si capisce anche dal fatto che saranno a porte chiuse (15' minuti alla stampa, il tempo di fare riscaldamento e basta insomma) anche quei pochi allenamenti che, di ritorno dalla gara di Sofia, precedono l'amichevole di Torino contro l'Inghilterra. E forse, visto che si parla di amichevole, pur di prestigio, di una Nazionale e non di un club, le porte potevano anche essere aperte, non solo alla stampa ma anche ai tifosi che, altrimenti, non hanno modo di vedere da vicino i loro beniamini con la maglia azzurra. Ma a Torino tanto ci sono abituati.