Mister Lupi (Olimpia Firenze) da Parigi: "Una serata di festa con mio figlio allo stadio si è trasformata in incubo ma stiamo bene"
Una notte di festa trasformata in una notte di terrore e morte, che ha coinvolto anche una famiglia fiorentina, fortunatamente solo testimone dei fatti. Alessio Lupi è un allenatore dell'Olimpia Firenze, già tecnico al settore giovanile dello Scandicci e del Reggello tra le altre, a Parigi con la famiglia per lavoro (per la mostra annuale dell'antiquariato) e allo Stade de France per passione per il calcio e si è trovato coinvolto dunque in prima persona dagli attacchi terroristici di ieri sera, fortunatamente senza conseguenze per lui e per il figlio. Il giovane fiorentino era infatti allo stadio con Lorenzo per godersi la sfida tra i campioni del mondo della Germania, ai quali si è appena aggregato l'ex viola Gomez visto tante volte a Firenze, e la nazionale che ospiterà gli Europei, con tanto di bandiera della Fiorentina "Abbiamo portato il giglio allo stadio e scattato una foto prima dell'inizio di quella che doveva essere una serata di festa con mio figlio e che invece si è trasformata in una tragedia, anche se fortunatamente ne siamo solo stati sfiorati" racconta Alessio. "Allo stadio a dire il vero è stato tutto molto bello e la partita avvincente. Al 20' circa abbiamo sentito un'esplosione e mi è sembrato strano perché negli stadi all'estero difficilmente tirano petardi e bomboni perché ti arrestano subito. Anche gli steward sono rimasti al loro posto, si vedeva movimento solo al terzo anello perché i tifosi sono corsi a vedere dalle balaustre cosa stesse accadendo fuori, per noi al secondo, settore sud, era impossibile affacciarci. Dopo dieci minuti si è sentito un altro botto ed ho pensato a qualche protesta come accaduto in passato, ma nessuno ci ha fatto capire nulla e addirittura nell'intervallo ci sono stati momenti di intrattenimento". È all'uscita che Alessio Lupi si rende conto della situazione: "siamo usciti pochi minuti prima della fine perché volevo evitare la coda per tornare a casa con mio figlio di nove anni e all'esterno la situazione è stata subito molto difficile. Praticamente a pochissima distanza, tipo tra la curva Ferrovia e lo Scheggi per far riferimento al Franchi, c'era stata l'esplosione e fuori c'era una marea di gente con poliziotti con il mitra spianato che ci puntavano la luce sul viso e ci facevano incolonnare e camminare piano. Poi siamo riusciti a prendere il taxi e solo dopo ho sentito che avevano chiuso lo stadio e tenuto il pubblico dentro. Ma è stato difficile tornare a casa perché le strade erano tutte chiuse intorno alla zona centrale dove ho preso l'appartamento per questa settimana della mostra che seguo. Il taxi ci ha così dovuto lasciare in periferia e non so per quanto abbiamo camminato a piedi, tra le mille difficoltà, visto che dovevo raggiungere la zona vicino al teatro dell'attentato. C'erano sirene e ambulanze dappertutto e poliziotti che ogni volta che mi sono avvicinato per chiedere spiegazioni in inglese o spagnolo tenevano sempre la pistola puntata. Il clima insomma era molto teso e c'era molta paura e quei turisti che ho incontrato in giro erano spaesati quanto noi. Fortunatamente Lorenzo non ha capito la situazione, perché gli avevo detto che c'era stato un grande incidente e basta, e mi sono quasi sentito come Benigni nella 'Vita è bella' perché lui l'ha vissuta come un'avventura, con la sua bandiera della Francia in mano. Siamo arrivati a casa all'1 passata, dove ci aspettava mia moglie". Alessio questa mattina è comunque andato alla mostra con la famiglia "nella strada dove ho l'appartamento in centro devo dire che c'è gente perché ci sono comunque negozi e molti provano a riprendere a fare una vita normale, ma le altre strade sono deserte e comunque il clima di paura e devastazione è rimasto anche perché circolano voci di altri possibili attentati, veri o meno. La mostra dell'antiquariato oggi è chiusa e chissà se domani, giorno in cui avrebbe chiuso definitivamente, sarà aperta. Saremmo dovuti tornare lunedì in treno ma stiamo valutando se rientrare prima, valuteremo con calma il da farsi e pensiamo che il peggio sia passato. Certo sentirsi dire da fonti francesi che l'attentato allo stadio era forse previsto per l'uscita mi fa capire che, almeno io e Lorenzo, siamo stati fortunati e che ci poteva essere anche lì un bilancio peggiore". (Foto presa da Facebook con l'autorizzazione di pubblicazione)